“Legàmi Rosso Sangue” di Ursula Coppolaro

“Legàmi Rosso Sangue” è stato pubblicato nel 2017 attraverso la piattaforma self YOUCANPRINT.
In appena cinquanta pagine, Ursula ci porta in un mondo fantastico intriso di gioie ma perlopiù di dolori. Una storia di vampiri, di legami perversi e di unioni inscindibili.
Ora voglio accennarvi alla trama, ma facendo meno spoiler possibili perché non voglio rovinarvi il piacere della lettura.
Siamo nel ‘700, nelle campagne senesi. Le protagoniste sono due sorelle molto unite tra loro: Ludovica, la maggiore, e Lucrezia, la minore. La loro infanzia passa spensierata nelle ricchezze del loro sfarzoso castello e la natura incontaminata che lo circonda.
L’idillio viene rotto il giorno del matrimonio di Lucrezia con un vecchio e repellente nobile veneziano, giorno che tra l’altro coincide anche con il suo sedicesimo compleanno. Il trauma dovuto alla separazione coatta tra le due sorelle e il disgusto manifestato fin da subito da Lucrezia nei confronti del consorte fanno in modo che Ludovica giuri a sua sorella, prima ancora che se stessa, di liberarla il prima possibile da quell’unione non voluta e rigettata fin dal profondo dell’anima.
Quando Ludovica conosce Eugenio, un giovane mandato al castello per imparare da lei a leggere e a scrivere, a passare da un’amicizia complice ad un amore passionale è praticamente un attimo. Ma il ragazzo nasconde un segreto: egli è in realtà un vampiro, giovane di aspetto ma trasformato ormai da parecchi anni, che innamorato perso di Ludovica decide di trasformarla in un essere immortale come lui. Ludovica fin dal primo momento si sente frastornata, è riconoscente verso il suo creatore ma non riesce ad accettare la sua nuova natura Si rifiuta infatti di cacciare prede umane per bere il loro sangue, e preferisce di gran lunga nutrirsi di piccoli mammiferi e restare sempre allo stremo delle forze. Questa sua sconsiderata moralità manda su tutte le furie Eugenio che perde ben presto i modi di fare gentili e premurosi facendo venir fuori la sua natura violenta e crudele fino al punto di arrivare a malmenare Ludovica in molte occasioni.
Questo rapporto di odio e amore va avanti per anni, finché anche Lucrezia non viene trasformata in vampira da Eugenio per salvarla dal tentativo di avvelenamento da parte di suo marito e Ivonne, quella che da semplice cameriera è divenuta nel frattempo la sua amante.
Lucrezia, a differenza di sua sorella, apprezza ciò che è diventata come se quello fosse stato da sempre il suo destino, al punto tale da divenire una spietata assassina peggio di Eugenio. Questa complicità li porta a divenire dapprima amanti segreti e poi compagni di vita ufficiali, spezzando il cuore alla povera Ludovica che non può fare altro che accettare quella situazione, amandoli entrambi. I tre, che covavano vendetta già da un po’, trovano il modo per attuarla togliendo di mezzo sia lo sconcio marito di Lucrezia sia la sua giovane amante.
La vita riprende tranquilla, e soprattutto per Ludovica porta grandi novità: un nuovo amore, Damiano. Un amore questa volta sincero, autentico, destinato all’eternità e conosciuto per caso in una bottega.
A minare la loro felicità è ancora una volta Eugenio che, indispettito da tale conoscenza, non tarda a manifestare ancora la sua natura distruttiva.
L’amore profondo e il legame rosso come il sangue e indistruttibile come l’acciaio che lega Ludovica e Lucrezia riesce ad avere la meglio anche sul patto di riconoscenza e sudditanza che lega un vampiro neonato al suo creatore.



Vorrei raccontarvi come sono venuta a conoscenza di questo racconto. Mi trovavo presso libreria Cuentame di Empoli e l’occhio mi è caduto su un tavolino su cui erano disposti due libri: "Legàmi Rosso Sangue", appunto, e "Le Favole Nere". Benché infatti la prima pubblicazione di Ursula sia questa, è stato grazie a "Legàmi Rosso Sangue" che l'ho conosciuta, anche personalmente. Quindi per me è stato questo il primo suo libro che ho letto.
A incuriosirmi sono state le poche righe riportate in quarta di copertina e tratte dalla poesia Passione Vermiglia, che vi voglio citare perché a mio parere sono meravigliose:

Ululano nervosi i lupi nel bosco, aspettando un cenno di grazia del loro Signore, intanto danzano le fanciulle intorno ai falò, la festa sta per avere inizio.
Grida di terrore si perdono nell’aria profumata del crepuscolo, la gioia del malcontento accende gli animi.
Gli amanti si cercano e si bramano, unendosi alla natura che li circonda, per poi dileguarsi alla luce dell’alba, come se fossero stati soltanto un bellissimo sogno.
Grida di terrore si perdono nell’aria profumata del crepuscolo, la gioia del malcontento accende gli animi.
Gli amanti si cercano e si bramano, unendosi alla natura che li circonda, per poi dileguarsi alla luce dell’alba, come se fossero stati soltanto un bellissimo sogno.

Io di Ursula ho già parlato in una precedente recensione, quella su “Le Favole Nere”, e quindi ho già espresso il mio parere sul suo stile narrativo. Non mi smentisco nemmeno stavolta e ripeto ciò che ho sempre sostenuto in linea di massima: la semplicità è la miglior cosa.
Anche se mi sarebbe piaciuto che alcune situazioni venissero approfondite, così come anche i personaggi, se non ho capito male ci dovrebbe essere un sequel che io aspetto a gloria!




BREVI CONSIDERAZIONI SUI PERSONAGGI
Io ho odiato praticamente tutti a parte Ludovica. Sì, sono tremenda, lo so…
Ho odiato Eugenio tanto quanto il viscido marito di Lucrezia. E anche lei. Ho provato una pensa sconfinata per Ludovica, invece: una vampira buona che si affama piuttosto che cedere alla sua natura e venir meno alla sua moralità.
Su Ivonne, la giovane amante del marito di Lucrezia, posso dire che è la classica mangiatrice di uomini ricchi, vecchi untuosi e sesso-dipendenti a cui basta poco per abbandonarsi alla tentazione. Ma Ivonne oltrepassa il limite quando decide che per diventare la prima e unica moglie, Lucrezia debba morire.
Alla fine mi hanno dato tutti una motivazione per detestarli, tutti eccetto Ludovica, ripeto, che mi ha fatto solo una gran pena, ancor più di Lucrezia.
Sono un’amante delle storie a lieto fine e Ursula mi ha dato tante soddisfazioni. Ha fatto in modo che l’epilogo fosse giusto e che l’amore fra sorelle vincesse sopra tutto e tutti.
Sarà perché sono fortunata e ho una gran capacità di discernimento quando scelgo le mie letture… ma anche per questo libro il mio voto è 10.

Voglio dedicare questo Libro a tutte le persone che ancora credono nella fantasia, nell’eternità e nei cambiamenti”. (Ursula Coppolaro).


Ecco perché non posso dare meno di 10 come voto finale. Questo libro è dedicato anche a me, inguaribile sognatrice ad occhi aperti.
Un libro per farti sognare non deve essere un tomo gigantesco, non necessariamente. Poco ma buono, questo è il mio motto. Semplicità is the way!

Commenti

Post popolari in questo blog

"Vernissage – L'intimità di un quadro" di Maria Cristina Buoso

"La pace su Ekeroth – I Pirati di Maail" di Marco Ruffo

“InfinitaMente” di Maria Valentina Fiore